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Cute mammella

Elementi di anatomia della cute della regione mammaria. Dettagli importanti da considerare nella pianificazione di un intervento in questa regione anatomica.

Quando prendiamo in considerazione l’anatomia e la morfologia delle mammelle, quando sottoponiamo il seno a una visita allo scopo di pianificare l’eventualità di un successivo intervento chirurgico (mastoplastica additiva, mastopessi, mastopessi con impianto di protesi, mastoplastica riduttiva), dobbiamo tenere sempre ben presenti le caratteristiche anatomiche della cute di questa regione.

Il rivestimento cutaneo non è uniforme su tutta la superfìcie mammaria: la cute presenta maggiore spessore nelle regioni periferiche della ghiandola, mentre si presenta più sottile nella regione dell’areola e del capezzolo. Più ci si avvicina al capezzolo e maggiore è la compattezza tra cute e ghiandola e tale adesione gioca un ruolo fondamentale sulla stabilità di questa regione anatomica.

Lo spessore e la tonicità cutanea possono variare in maniera significativa. A volte il tegumento è molto spesso e si presenta rivestito di una densa struttura connettivale che si estende all’interno della ghiandola, emettendo una fitta ramificazione nel derma. Questa situazione, di solito, interessa giovani donne nelle quali la cute esplica un’azione di primaria importanza nella sospensione della mammella, controbattendo gli effetti della gravità.
Altre volte il rivestimento cutaneo può essere sottile e nettamente separato dalla componente ghiandolare, caratteristica che si può evidenziare con la semplice manovra di pizzicamento durante la visita. In quest’ultima evenienza la cute non riveste grande importanza nella sospensione della mammella e si può scartare l’ipotesi di una sua reale azione di sostegno.
Uno studio condotto sulle linee di forza cutanee (linee di Langer) ha dimostrato come in questa regione anatomica esse tendano a distribuirsi in maniera orizzontale, delineando una lieve concavità rivolta verso l’alto e rispettando, in linea di massima, la direzione delle coste.

Alcuni specialisti sostengono che la resistenza cutanea alla distensione è maggiore in corrispondenza delle aree in cui la forza di trazione è più elevata, la qual cosa sta a dimostrare come sia poco sensato, in qualsiasi intervento chirurgico, alterare la disposizione della cute poiché ciò potrebbe mettere a repentaglio l’integrità di uno dei fattori di sostegno.
E’ importante non scordarsi mai che la cute rappresenta praticamente l’unico sistema di sostegno, insieme al legamento sospensore (legamento di Cooper), in grado di mantenere la proiezione della ghiandola mammaria. Qualsiasi tentativo di utilizzare altri elementi anatomici come meccanismo di supporto sono quindi destinati, con ogni probabilità, al fallimento.
Il chirurgo, pertanto, deve:

  • ridurre il volume della ghiandola mammaria in modo da evitare una tensione eccessiva al reggiseno cutaneo.
  • evitare di separare la cute dalla ghiandola laddove sia presente un’adesione fra questi due elementi.
  • tener presente che deve esserci sempre una perfetta corrispondenza tra il contenuto ghiandolare e l’involucro cutaneo.