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Rinoplastica

Rinoplastica misurazioni

Valutazioni pre operatorie

Pianificare un intervento di rinoplastica, non significa semplicemente programmare la rimozione del gibbo dorsale (la classica gobba), piuttosto che prepararsi a ridurre il volume e modificare la proiezione della punta. Il naso è una struttura monolitica, ma composta di tutti quegli elementi che abbiamo citato, e di altri ancora. Tutti i pezzi di questo “puzzle” devono risultare perfettamente combinati perché la “figura” risulti armonica. I pazienti possono ingenuamente pensare che il nucleo dell’intervento, la sua vera ragione d’essere, sia costituita dalla eliminazione di quel dettaglio che essi notano fuori proporzione rispetto al complesso della piramide, gobba o punta che sia. E’ esperienza dei chirurghi che situazioni di questo genere siano molto rare. Nella rinoplastica “classica” tutti gli elementi che compongono l’anatomia della piramide nasale vanno armonizzati l’uno con l’altro. Questo in parole povere significa che intervenendo su di un particolare, tutti gli altri dettagli andranno, in misura maggiore o minore, rivisitati. Le simulazioni al computer del possibile risultato della rinoplastica, ora tanto di moda, hanno questo significato. Non tanto fornire una sorta di “garanzia contrattuale” ai pazienti, indicando che “quella immagine simulata” sia esattamente ciò che vedranno nella realtà, ma renderli edotti del fatto che chirurgo e paziente hanno la medesima “visione estetica” e che quindi il profilo, l’immagine che risulta dalla simulazione, costituisca una realistica base di ciò che si tradurrà nel risultato finale.

Documentazione fotografica e pianificazione dell’intervento

Prima di ogni intervento di rinoplastica vengono eseguite le fotografie preoperatorie in differenti pose. Ovviamente, rispettando tali pose e le proporzioni delle immagini, questo procedimento verrà ripetuto successivamente all’intervento, nel cosiddetto “follow-up” che altro non significa che il consueto monitoraggio dell’andamento di un intervento nel tempo, fino a che (solitamente dodici mesi) non si possa ragionevolmente ritenere che il processo di guarigione e la “restitutio ad integrum” dei tessuti sia terminata e che quindi il risultato si possa considerare definitivo. A questo proposito dobbiamo chiarire un punto che può nei pazienti ingenerare confusione. Quando parliamo di un risultato finale che per qualunque intervento deve essere valutato come tale dopo otto/dodici mesi, intendiamo che fino a quella data (esprimiamo sempre valori nella media) un minimo margine di ulteriore modificazione è possibile. Chiaramente si tratterà di dettagli, dei quali però il paziente potrà percepire la differenza. Ovviamente, trascorsi sei mesi il “grosso” dell’esito finale può dirsi raggiunto. I successivi scostamenti, l’ulteriore evoluzione, sarà di dettaglio. I pazienti devono quindi stare tranquilli. Trascorso un ragionevole arco di tempo, variabile da intervento a intervento, che per la rinoplastica possiamo mediamente quantificare in tre/quattro settimane, i pazienti possono riprendere a pieno titolo una vita normale. I successivi minimi “aggiustamenti” saranno di dettaglio e non influiranno sulla vita quotidiana.

Rischi e complicanze della rinoplastica

Brevi cenni all'intervento di rinoplastica chiusa

Con il termine di “rinoplastica chiusa” si intende la tecnica chirurgica, o meglio l’insieme di tecniche chirurgiche, caratterizzate dal fatto che l’accesso alle strutture nasali avviene mediante incisioni praticate all’interno del vestibolo nasale, senza quindi alcuna cicatrice esterna visibile. Di conseguenza tutte le manovre che riguardano le strutture ossee e cartilaginee che compongono la piramide e la punta nasale vengono eseguite a cielo coperto, quindi non sotto visione diretta, come invece accade nella rinoplastica aperta, la cosiddetta “rinoplastica open” Il vantaggio di questo approccio chirurgico è la ridotta invasività, il che significa incisioni (e quindi cicatrici) meno estese, un ridotto trauma operatorio e tempi di recupero mediamente più rapidi. Oltretutto, incisioni meno estese significano minor rischio di deformazioni causate da processi anomali di cicatrizzazione, che nella rinoplastica chiusa sono meno estese. Lo svantaggio, o meglio il contraltare, se così lo vogliamo chiamare, è costituito dalla necessità di operare con il solo ausilio della propria esperienza e sensibilità manuale, servendosi degli strumenti come vere e proprie “estensioni” delle proprie dita, con la massima sensibilità concentrata in esse.


Rinoplastica rischi e complicazioni

La rinoplastica moderna, benché i pazienti spesso siano a priori convinti del contrario, costituisce un intervento con ridotti rischi di complicazioni, assolutamente non doloroso e gestibile senza intoppi, ma solo con un minimo di attenzione e buon senso da parte del paziente. Innanzitutto i tempi operatori. Essi sono mediamente brevi, fra un’ora e le due ore e mezza, nei casi più complicati. Questo permette il ricovero e la dimissione in regime di day hospital, anche se l’intervento si esegue in anestesia generale, sempreché per ragioni logistiche o personali i pazienti preferiscano pernottare in clinica la notte, eventualità sempre considerata nella programmazione del ricovero. Le ecchimosi periorbitarie, a volte anche molto estese, inevitabile corollario di qualunque trauma (e un intervento chirurgico nei fatti lo è) scompaiono nel giro di pochi giorni. Il tutore rigido, posto a protezione della piramide nasale, viene rimosso in decima giornata. La cerottazione successiva, applicata allo scopo di continuare a “guidare” la prima fase del processo di guarigione e cicatrizzazione dei tessuti, viene mantenuta per altri cinque/sette giorni. Possiamo quindi affermare che mediamente nell’arco di due settimane il volto del paziente tornerà ad essere libero. Per poter riprendere l’attività fisica intensa conviene attendere trenta giorni. L’assestamento dei tessuti procede come sempre per gradi. Passato il primo mese si può riprendere in ogni senso uno stile di vita normale. Piccoli fastidi, quali alterazioni della sensibilità, sono transitori. L’assestamento definitivo può richiedere molti mesi, minimo sei, ma questo fa parte della normale evolutività di una qualunque procedura operatoria. Il tutto avviene in maniera silente, senza quindi interferire minimamente con la qualità di vita dei pazienti. L’eventualità di una revisione dell’intervento per motivi prettamente estetici, o più raramente funzionali, non sono certo frequenti. Si tratta quindi di un intervento, la rinoplastica, ben tollerato, di rapida risoluzione e di notevole soddisfazione per coloro ai quali ad essa si sottopongono.

Rinoplastica etnica

Rinoplastica etnica

Appare chiaro come la differente morfologia dei visi nelle differenti razze, costituisca uno degli elementi che rende immediatamente identificabili tali soggetti nella loro diversità. Allo stesso modo gli individui “sintesi” di patrimoni genetici differenti a volte esprimono caratteristiche di straordinaria bellezza e personalità, cosa che rende così affascinanti le miriadi di “diversità” del genere umano. Nondimeno, se è vero che il naso “caucasico” per via della sua anatomia meglio si presta a essere modificato con successo, è altrettanto vero che molti pazienti di differenti etnie richiedono la rinoplastica, spesso chiedendo sì di modificare quei dettagli che giudicano come inestetismi, senza però perdere completamente gli elementi peculiari della propria connotazione razziale. Questo costituisce per il chirurgo una sfida non solo tecnica, ma soprattutto culturale. Uscire dalla propria abituale visione estetica, dai propri comuni riferimenti e canoni estetici, per abbracciarne altri. A titolo esemplificativo possiamo dire che pazienti asiatici o negroidi, la cui piramide nasale tende a essere piatta e larga, richiedono un aumento di proiezione del dorso nasale, associato ad un restringimento alla base della piramide. Un naso, per così dire, maggiormente caratterizzato nel contesto del volto. Allo stesso modo, le narici tendenzialmente appiattite e allargate, possono venire riproporzionate aumentando l’altezza del loro arco, venendo nel contempo ristrette alla base, tutto questo per conferire alla punta maggiore proiezione. Si può facilmente immaginare quanto le tecniche di rinoplastica siano state riprogettate e riprogrammate allo scopo di soddisfare le richieste di tali soggetti. Anche da un punto di vista tecnico, le soluzioni non sono alla portata di tutti e il risultato finale non certo al termine di un percorso lineare. Per intervenire su questi pazienti sono indispensabili grande conoscenza della materia, flessibilità mentale e culturale da parte del chirurgo, il quale deve porsi con grande umiltà nei confronti del paziente, evitando di fare prevalere ad ogni costo le valutazioni estetiche sue proprie, con le quali è abituato a confrontarsi e a gestirle. Il risultato finale non solo garantirà soddisfazione ai pazienti, ma amplierà a dismisura il bagaglio culturale, oltre che tecnico, del chirurgo.

Le ragazze ebree non richiedono la rinoplastica

Le caratteristiche somatiche non solo differenziano ogni individuo dall’altro, ma spesso in determinati elementi comuni identificano interi gruppi etnici. Né è un esempio il naso aquilino, carattere tipico dei soggetti, uomini e donne, di razza ebraica. Di questo carattere così spiccatamente identificativo, negli anni 80/90 veniva frequentemente chiesta la correzione, richiedendo i pazienti un profilo meno caratterizzato e più in linea con il gusto occidentale. Una volta visto come un ostacolo alla tradizionale bellezza, molti soggetti di razza ebraica stanno accettando i loro nasi naturali e non prendono quindi in considerazione la rinoplastica. Il numero di interventi di rinoplastica su soggetti di razza ebraica è sceso del 37% a partire dal 2000, secondo l’American Society of Plastic Surgeons.
La rinoplastica, mentre è in aumento in Asia, negli afro-americani e negli ispanici, sta diventando sempre meno popolare tra gli ebrei moderni. Molti di loro stanno abbracciando la loro eredità etnica e sentono meno pressione ad uniformarsi con un modello estetico occidentale.

“Ci sono altri gruppi etnici che hanno preso il posto degli ebrei in ciò che facevano una o due generazioni fa”, ha detto il Dr. Ira Papel, un chirurgo plastico di Baltimora.
È interessante notare che mentre sempre più pazienti non-ebrei ricercano la chirurgia plastica, gli ebrei vogliono conservare il loro carattere razziale. Questa affermazione è del tutto condivisibile e si presta a considerazioni di ordine sociale e socio politiche di una certa rilevanza. In una epoca come l’attuale di economia globale, in un mondo dove spostarsi, anche da un capo all’altro del pianeta, costituisce non più un’avventura, ma una opzione umanamente e professionalmente sempre più praticabile, si manifesta sempre di più da parte dei cittadini del mondo il desiderio di mantenere e ostentare i caratteri identificativi del proprio gruppo in ambito politico, sociale e religioso. A nessuno di noi è sfuggito come l’ostentazione del velo da parte delle giovani donne islamiche trasferite alle nostre latitudini, abbia perso le caratteristiche del vezzo, acquisendo una valenza identitaria.
“Il paziente tipico asiatico che si sottopone ad un intervento di chirurgia delle palpebre desidera un occhio più ampio che abbia un aspetto naturale rispetto al volto asiatico e mantenga una forma a mandorla,” ha scritto l’ ASPS nel 2010. “Un afro-americano può decidere di ridurre la dimensione del naso per raggiungere un equilibrio armonico con le altre caratteristiche del viso, ma non è alla ricerca di un naso che sia più europeo”.
Secondo Bernice Schrank, autore del saggio accademico “Tagliare il naso per far dispetto alla propria razza”, molti attori e attrici si sottopongono alla rinoplastica e correggono il loro naso per “passare” come un membro della razza dominante e poter così interpretare anche ruoli non-etnici. L’autore cita l’attrice Sarah Jessica Parker che ha modificato il suo aspetto e ciò è stato parte della ragione del suo successo nel ruolo della newyorkese non-etnica Carrie Bradshaw nella serie televisiva “Sex and the City.”
La star Lea Michele ha dichiarato di avere resistito alla tentazione di rimpicciolire il naso, nonostante le pressioni di Hollywood. “Quanti manager mi hanno detto: “Fai la rinoplastica. Non sei abbastanza carina”, ha riferito all’ Harper Bazaar. “Ma ho dimostrato loro che si sbagliavano.”
Mentre non sembra esserci fine alle celebrità che fanno la rinoplastica, la tendenza potrebbe essere in calo per le ragazze ebree. “Ciò è dovuto ad un maggiore orgoglio etnico ed al calo del desiderio di non sembrare ebraici” ha dichiarato Melvin Konner della Emory University e medico antropologo. “Che è il motivo per cui è stata inventata la rinoplastica.”

Apnea notturna

L’ apnea notturna costituisce un problema serio, tanto serio quanto sottovalutato, molto più diffuso nella popolazione di quanto si possa supporre. Per “apnea” si intende l’interrompersi del fisiologico ritmo della respirazione notturna. Può comparire in maniera episodica, oppure configurarsi come una vera e propria sindrome, appunto detta “sindrome delle apnee notturne” con conseguenze a livello metabolico molto serie. E’ provocata dall’aumento della percentuale di anidride carbonica, accompagnato dalla ridotta ossigenazione del sangue, frutto di una dinamica respiratoria problematica, il che stimola i centri nervosi che presiedono al controllo dei meccanismi respiratori, potendo portare al blocco degli stessi, con le immaginabili conseguenze.

Lasciando da parte la “sindrome della morte improvvisa” del lattante in cui l’eziologia del blocco della respirazione è spesso indeterminabile e venendo quindi al soggetto adulto, le cause che possono portare alla “sindrome delle apnee notturne” sono varie, ma sempre riconducibili a una modificazione della qualità e della quantità (se così si può dire) dell’aria inspirata.

Bisogna innanzitutto ricordare che durante la notte, per via della posizione orizzontale del corpo e in particolare della testa, la base della lingua tende a spostarsi all’indietro provocando un inevitabile restringimento dello spazio respiratorio. Nei soggetti diciamo “normali” il compenso è comunque sufficiente, assicurando i corretti e basali volumi inspiratori e espiratori. In molti altri, a causa di molteplici situazioni che indicheremo brevemente, tale fisiologico compenso viene meno, innescando la cascata di eventi che possono portare alla genesi delle apnee.

In prima battuta si deve tenere conto dell’anatomia di base. Soggetti con il collo corto e tozzo hanno maggiore probabilità di “andare in crisi” rispetto a coloro a cui madre natura ha regalato un collo magro e sottile. Un secondo elemento è l’eccesso di peso corporeo. I soggetti marcatamente in sovrappeso, per non parlare degli obesi, assai facilmente vanno incontro a queste problematiche. Vuoi, come già accennato, per via della “compressione degli spazi respiratori” vuoi per una alterata capacità di far muovere i muscoli respiratori del torace e il diaframma, a causa del peso eccessivo.

Terzo elemento da considerare è l’anatomia della regione nasale. Una importante deviazione del setto, congenita o traumatica che sia, con ostruzione di una o entrambe le fosse nasali, riduce quantitativamente e qualitativamente i flussi aerei all’interno delle fosse nasali. Patologie sinusali e sinusitiche croniche, riniti croniche su base allergica o vasomotoria possono portare attraverso meccanismi prima di ipertrofia e poi degenerativi di quei regolatori di flusso che sono i turbinati nasali, agli stessi risultati.

Spesso nessuno di questi elementi citati è da solo in grado di produrre apnee, ma la loro combinazione, una eziopatogenesi multifattoriale quindi, è abbondantemente in grado di innescare il meccanismo. Si può capire quindi come la valutazione diagnostica e l’eventuale terapia coinvolgano specialisti diversi. Innanzitutto il neurologo che valuterà la qualità e le modificazioni della dinamica respiratoria. In seconda battuta l’internista che valuterà lo stato generale di salute del paziente, con particolare attenzione al peso corporeo e all’insorgere o alla presenza di patologie cardiovascolari, in primis l’ipertensione arteriosa, oltre a patologie cardiache vere e proprie. Sarà poi la volta degli specialisti otorinolaringoiatra e chirurgo plastico, particolarmente interessati alla rinologia, che dovranno valutare l’anatomia e la fisiologia delle prime vie aeree e dei distretti nasale e naso sinusale.

La settoplastica, associata o meno alla chirurgia dei turbinati, costituisce un valido presidio, non l’unico, per regalare a questi pazienti una qualità della vita nettamente superiore.

Scritto da dr. Dauro Reale

Panoramica sulla rinoplastica


Ogni anno mezzo milione di persone che sono interessate a migliorare l’aspetto del loro naso richiedono una consultazione con i chirurghi plastici del viso. Alcune persone sono insoddisfatte di come è sempre stato il loro naso, e altre del modo in cui è cambiato con gli anni. Per altre, un infortunio può aver distorto il naso, o l’obiettivo può essere quello del miglioramento della respirazione. Ma una cosa è chiara: niente ha un impatto maggiore sull’aspetto di una persona come la dimensione e la forma del naso. Poiché il naso è la caratteristica più qualificante del volto, una leggera alterazione può notevolmente migliorare il proprio aspetto.
Se vi siete chiesti come la rinoplastica potrebbe migliorare il vostro aspetto, la fiducia in se stessi, o la respirazione per un miglior grado di salute, è necessario che sappiate come la rinoplastica viene eseguita e che cosa ci si può aspettare da questo intervento.

Il successo della rinoplastica è il risultato di un buon rapporto tra paziente e chirurgo. La fiducia, sulla base delle aspettative realistiche e le competenze mediche del chirurgo estetico, si sviluppa durante la visita prima dell’intervento chirurgico di rinoplastica. Il chirurgo può rispondere a domande specifiche riguardo a vostre esigenze specifiche.


La rinoplastica è adatta a voi?

Come per tutti gli interventi di chirurgia plastica facciale, la buona salute e le aspettative realistiche sono prerequisiti. Comprendere lo scopo dell’intervento di rinoplastica è altrettanto importante. Poiché non vi è nessun ideale in rinoplastica, l’obiettivo è quello di migliorare esteticamente il naso, rendendolo più armonico con le altre caratteristiche del viso.

Tipo di pelle, origine etnica ed età sono fattori importanti da considerare nelle discussioni con il vostro chirurgo prima dell’intervento di rinoplastica. Prima che il naso venga alterato, un giovane paziente deve raggiungere la piena crescita, di solito intorno ai quindici o sedici anni. Fanno eccezione i casi in cui la respirazione è gravemente compromessa.

Prima che decidiate di fare la rinoplastica, chiedete al vostro chirurgo estetico se un eventuale intervento chirurgico concomitante a quello di rinoplastica può essere raccomandato per migliorare l’aspetto del vostro volto. Molti pazienti fanno la chirurgia di aumento del mento insieme alla rinoplastica, per creare un migliore equilibrio degli elementi e strutture del volto.


Decidere di fare la rinoplastica

Se l’intervento chirurgico di rinoplastica è desiderato per motivi funzionali o estetici, la scelta di un chirurgo plastico estetico qualificato è di primaria importanza. Molti chirurghi plastici facciali sono abituati a trattare orecchio, naso, gola e con la chirurgia estetica del viso, garantendo al paziente il più alto livello di formazione e competenza. Il chirurgo esaminerà la struttura del naso, sia esternamente che internamente, per valutare che cosa ci si può aspettare dalla rinoplastica. Avrete più probabilità di essere soddisfatti dei risultati della rinoplastica se porterete avanti un’idea realistica di quello che la rinoplastica può o non può fare.
Ci si può aspettare una spiegazione approfondita delle aspettative del chirurgo e dei rischi connessi a un intervento chirurgico. A seguito di una decisione congiunta tra voi e il vostro chirurgo estetico di procedere con la rinoplastica, il chirurgo vi scatterà delle fotografie e discuterà le opzioni disponibili. Il chirurgo estetico spiegherà come le strutture nasali, compreso l’osso e la cartilagine, possano essere scolpite per rimodellare il naso e indicherà come il rimodellamento del mento, per esempio, potrebbe migliorare i risultati desiderati.
Dopo aver condotto un’accurata anamnesi medica, il chirurgo offrirà informazioni riguardanti l’anestesia, la struttura chirurgica che sarà utilizzata, e le spese per la procedura di rinoplastica.


Comprendere la rinoplastica

La definizione di rinoplastica è, letteralmente, “dare forma al naso”. Innanzitutto vengono effettuate delle incisioni che consentono al chirurgo estetico di accedere al sistema di supporto del naso costituito dalla sua struttura ossea e cartilaginea. La maggior parte delle incisioni sono fatte all’interno del naso, rimanendo dunque invisibili. In alcuni casi, un’incisione è fatta nella zona di pelle che separa le narici (la columella). Successivamente, una certa quantità di osso e cartilagine sottostante viene rimossa, aggiunta, o riorganizzata per fornire una nuova struttura opportunamente rimodellata. Per esempio, quando la punta del naso è troppo grande, il chirurgo può scolpire la cartilagine in questa zona per ridurla in dimensioni. L’angolo del naso in relazione al labbro superiore può essere alterato per un aspetto più giovanile o per correggere una distorsione.

I tessuti vengono poi risistemati sul nuovo “telaio” e le incisioni chiuse. Una stecca viene applicata all’esterno del naso per contribuire a mantenere la nuova forma, durante la guarigione del naso. Del morbido materiale assorbente può essere utilizzato all’interno del naso per mantenere la stabilità lungo la parete divisoria dei passaggi di aria: tale parete che suddivide le due parti si chiama setto nasale. In alternativa, può essere collocato un morbido sostegno nasale che permetta di respirare.


Cosa aspettarsi dopo la rinoplastica

Immediatamente dopo l’intervento chirurgico di rinoplastica, una piccola stecca sarà posta sul naso per proteggerlo e per mantenere la struttura in modo stabile per almeno 5-8 giorni. Se il sostegno di supporto viene posto all’interno del naso durante l’intervento chirurgico di rinoplastica, viene solitamente rimosso il mattino dopo l’intervento. Il viso sarà gonfio, soprattutto il primo giorno dopo l’intervento chirurgico. Può essere richiesto di ricorrere ai farmaci antidolorifici. Il chirurgo vi suggerirà di evitare di soffiare il naso per sette giorni dopo l’intervento chirurgico. Nei giorni immediatamente dopo la rinoplastica, possono verificarsi gonfiore e lividi di lieve entità nella zona del contorno occhi. Impacchi di ghiaccio spesso riducono i lividi e il disagio. Vengono usate solitamente delle suture assorbibili in modo che non debbano essere rimosse. Medicazioni e stecche nasali sono di solito rimosse sei o sette giorni dopo la rinoplastica.
È fondamentale che si seguano le indicazioni del chirurgo estetico, specialmente le istruzioni che indicano come mantenere la testa sollevata per un certo periodo dopo l’intervento chirurgico di rinoplastica. Alcune attività saranno proibite nelle settimane dopo la procedura. L’esposizione al sole, gli sforzi, ed i rischi di urti o lesioni devono essere evitati. Se portate gli occhiali, sarà opportuno prendere le precauzioni idonee per garantire che gli occhiali non poggino sul dorso del naso. Del nastro e altri accorgimenti sono a volte utilizzati per consentire di portare gli occhiali senza sollecitare la zona in cui è stato effettuato l’intervento di rinoplastica.
Il follow-up è fondamentale nella procedura di rinoplastica, per monitorare la guarigione. Ovviamente, qualsiasi anomalia venga riscontrata dal paziente deve essere segnalata immediatamente al chirurgo estetico. È essenziale dunque andare a tutti gli appuntamenti di controllo con il proprio chirurgo.

Rinoplastica aperta

Anatomia del naso – Legenda:
terzo superiore naso Terzo superiore
terzo medio nasoe Terzo medio
terzo inferiore naso Terzo inferiore

La rinoplastica aperta è una tecnica di chirurgia nasale in cui le cartilagini del naso vengono esposte sollevando la pelle nasale. Ciò si ottiene con una piccola incisione esterna sulla columella, la parte del naso che si trova tra le due narici, e con incisioni addizionali poste all’interno del naso.
L’incisione posta esternamente di solito guarisce bene e, se predisposta e suturata con attenzione, raramente causa problemi estetici.
Per una migliore mimetizzazione, queste incisioni non sono linee rette, ma di solito hanno una qualche forma a zig-zag.
La rinoplastica aperta è stata introdotta nella sale operatorie americane solo nel 1990, mentre in Europa veniva praticata ed insegnata già dal 1920 e dagli anni ’30. Ci sono voluti molti decenni affinché questo approccio alternativo (alla rinoplastica chiusa) andasse “per la maggiore” in tutto il mondo.

Nell’eseguire una rinoplastica aperta, il chirurgo è in grado di guardare direttamente dal terzo inferiore al terzo medio del naso. Lo scheletro nasale inferiore e la punta sono composti da cartilagine, che è la parte che il chirurgo che esegue la rinoplastica aperta va a lavorare in primo luogo.

Il rimodellamento del terzo superiore della piramide nasale non è significativamente diverso tra i due approcci della rinoplastica – la tecnica aperta e quella chiusa.
Una volta che le cartilagini sono esposte, vengono modificate riducendo, rimodellando, suturando, e dando loro sostegno. Quasi sempre in rinoplastica aperta, gli “innesti” sono posti a garantire il mantenimento della struttura desiderata. Gli innesti sono piccoli pezzi di cartilagine, di tessuti molli, materiali ossei e non autologhi che vengono introdotti in punti situati dentro il naso dove non erano presenti in origine.

Alcune persone sostengono che l’approccio aperto “smonta il naso per metterlo di nuovo insieme”. Certamente, una volta che il naso è stato operato tramite la rinoplastica aperta, non può essere semplicemente richiuso. Anche senza fare un vero lavoro di plastica nasale, la forma del naso cambierebbe a causa della interruzione dei sostegni nasali. Per fare un esempio dal mondo dell’architettura, se si rimuovono le pareti esterne di una casa incluse le travi, allo scopo di esaminare gli interni, non si possono mettere solo i muri a secco e sperare che la casa sia a posto. Piuttosto, si dovranno mantenere queste mura, cercando altresì di utilizzare più travi di sostegno strutturali di quelle che erano presenti inizialmente.
Anche se questo confronto non è del tutto esatto, questo dimostra l’importanza che sta dietro i gli innesti di supporto nella rinoplastica aperta.