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Mastopessi

Uno dei più comuni inestetismi che coinvolgono la mammella, è quella condizione nota come ptosi che altro non significa che il progressivo allungamento della fisiologica distanza dei complessi areola/capezzolo da un punto fisso, comunemente considerato l’incisura del giugulo, alla base del collo. Tale distanza è normalmente di 18/19 cm e tende a crescere col passare degli anni per svariati motivi. Innanzitutto la forza di gravità che agisce forzando il legamento sospensore della mammella ad allungarsi e perdere di elasticità. In seconda battuta il peso della mammella gioca chiaramente un ruolo. I fisiologici cambiamenti della vita, aumento e calo ponderale, gravidanza e allattamento, provocano nella mammella dei cambiamenti strutturali che non possono non inciderne nell’estetica. Insomma, se escludiamo mammelle molto piccole, la ptosi, ancorché di vario grado, è una condizione fisiologica inevitabile. Quando i complessi areola/capezzolo giungono a trovarsi al di sotto di una linea ideale che passa per il solco sottomammario, per risollevare la mammella è necessaria la mastopessi ; il “lifting del seno”, accompagnato o meno dall’impianto delle protesi, allo scopo di correggerne anche l’ipotrofia ghiandolare.

Questo intervento viene correttamente eseguito in regime di ricovero in clinica, in anestesia generale e ha una durata di circa tre ore. E’ normale prevedere una notte di osservazione e la dimissione il mattino successivo, effettuate le normali verifiche sul decorso postoperatorio e le condizioni generali della paziente. La gestione del postoperatorio non presenta di solito particolari inconvenienti. Il rinnovo delle medicazioni, la rimozione dei punti di sutura, il monitoraggio della progressiva guarigione e assestamento dei tessuti, occupano mediamente un paio di settimane. Successivamente i controlli si allungano nel tempo, come nella routine di qualunque intervento chirurgico, fino alla definitiva guarigione e ripresa delle normali attività personali e lavorative.


Età e allattamento al seno

Non esiste un periodo ideale per sottoporsi all’intervento di mastopessi. Molto dipende da quanto questo inestetismo condiziona l’autostima e la vita di relazione delle pazienti. Non è affatto infrequente che la richiesta di visita specialistica per una eventuale mastopessi provenga da donne giovani. E’ naturale che la ptosi mammaria, specie se accentuata, condizioni sfavorevolmente una donna giovane o mediamente giovane, venendo invece considerata e in fondo accettata come fisiologica da donne più mature. A questo proposito, un elemento importante di valutazione della tempistica è quello della documentata in letteratura scientifica possibilità di riduzione delle capacità di allattamento da parte delle pazienti operate. Questa complicazione, tanto nota quanto potenzialmente condizionante la scelta delle pazienti, è frutto delle modalità tecniche inerenti alla sua esecuzione. Si tratta di un intervento comunque invasivo che coinvolge strutture estremamente delicate, la cui riduzione di funzionalità è da tenere presente.


La fase preliminare all’intervento: la visita specialistica

Il primo passo è quello della visita specialistica. Per quanto oramai sul web siano presenti informazioni di ogni genere, inclusa la possibilità di confrontare la propria esperienza con quella di altre pazienti interessate all’intervento o addirittura già operate, nulla può e deve sostituire il colloquio diretto con lo specialista. Inviare una foto e avere in risposta un prima valutazione di merito, è una cosa accettabile, oramai entrata nella routine del rapporto medico/paziente, ma nulla può e deve sostituire il confronto diretto con il professionista. E’ quella la sede di reale valutazione delle problematiche, tanto inerenti all’intervento in sé, quanto inerenti alla paziente. Le due cose devono necessariamente trovare la loro sintesi e questo può avvenire solo faccia a faccia. Reale indicazione all’intervento, tempistiche, modalità tecniche, aspettative delle pazienti e reali aspettative di risultato, impegno economico, complicazioni potenziali, sono molti ma non tutti gli aspetti che il confronto diretto andrà a chiarire.


La fase operatoria

La fase preliminare all’intervento: la visita specialistica


Dopo la mastopessi; la fase del post operatorio

Il periodo postoperatorio è di solito facilmente gestito e ben tollerato dalle pazienti, nonostante la complessità e l’invasività dell’intervento. Medicazioni e rimozione dei punti si completano nell’arco di un paio di settimane. Gli elementi da monitorare sono in prima battuta la vitalità dei complessi areola/capezzolo, il progressivo ridursi fino a scomparire delle ecchimosi, la corretta tenuta delle suture e l’andamento generale del processo di guarigione. L’utilizzo del reggiseno contenitivo è molto importante perché costituisce un perfetto e anatomico sostegno ai tessuti, meglio di qualunque bendaggio che risulterebbe comunque costrittivo. Oltretutto permette alle pazienti di vestirsi agevolmente e quindi una buona disinvoltura, anche comportamentale, nell’ambiente familiare lavorativo e personale.Dopo il primo mese i controlli si fanno routinari limitandosi, in assenza di complicazioni, alla valutazione e monitorizzazione del percorso di guarigione. Nel caso che alla mastopessi venga associato l’impianto o anche la sostituzione delle protesi mammarie, il percorso non si discosta da quanto appena detto. Il monitoraggio coinvolgerà ovviamente il corretto assestamento degli impianti, oltre a tutti i parametri citati in precedenza.

In ultimo ricordiamo che la mastopessi modifica radicalmente in meglio l’estetica delle mammelle, ma non può certo cristallizzare per sempre una situazione. Il seno vive con il corpo e ne condivide tutte le avventure ed i passaggi nel tempo. Possiamo dire che questo intervento riporta indietro le lancette del tempo, restituendo al seno un aspetto più florido e giovanile, ma non lo può fermare. Non si può quindi escludere che con il passare degli anni le pazienti più esigenti possano richiedere ulteriori procedure per mantenerne sempre intatta l’estetica.

Per info e contatti: www.dauroreale.com