Blog

Le ragazze ebree non richiedono la rinoplastica

Le caratteristiche somatiche non solo differenziano ogni individuo dall’altro, ma spesso in determinati elementi comuni identificano interi gruppi etnici. Né è un esempio il naso aquilino, carattere tipico dei soggetti, uomini e donne, di razza ebraica. Di questo carattere così spiccatamente identificativo, negli anni 80/90 veniva frequentemente chiesta la correzione, richiedendo i pazienti un profilo meno caratterizzato e più in linea con il gusto occidentale. Una volta visto come un ostacolo alla tradizionale bellezza, molti soggetti di razza ebraica stanno accettando i loro nasi naturali e non prendono quindi in considerazione la rinoplastica. Il numero di interventi di rinoplastica su soggetti di razza ebraica è sceso del 37% a partire dal 2000, secondo l’American Society of Plastic Surgeons.
La rinoplastica, mentre è in aumento in Asia, negli afro-americani e negli ispanici, sta diventando sempre meno popolare tra gli ebrei moderni. Molti di loro stanno abbracciando la loro eredità etnica e sentono meno pressione ad uniformarsi con un modello estetico occidentale.

“Ci sono altri gruppi etnici che hanno preso il posto degli ebrei in ciò che facevano una o due generazioni fa”, ha detto il Dr. Ira Papel, un chirurgo plastico di Baltimora.
È interessante notare che mentre sempre più pazienti non-ebrei ricercano la chirurgia plastica, gli ebrei vogliono conservare il loro carattere razziale. Questa affermazione è del tutto condivisibile e si presta a considerazioni di ordine sociale e socio politiche di una certa rilevanza. In una epoca come l’attuale di economia globale, in un mondo dove spostarsi, anche da un capo all’altro del pianeta, costituisce non più un’avventura, ma una opzione umanamente e professionalmente sempre più praticabile, si manifesta sempre di più da parte dei cittadini del mondo il desiderio di mantenere e ostentare i caratteri identificativi del proprio gruppo in ambito politico, sociale e religioso. A nessuno di noi è sfuggito come l’ostentazione del velo da parte delle giovani donne islamiche trasferite alle nostre latitudini, abbia perso le caratteristiche del vezzo, acquisendo una valenza identitaria.
“Il paziente tipico asiatico che si sottopone ad un intervento di chirurgia delle palpebre desidera un occhio più ampio che abbia un aspetto naturale rispetto al volto asiatico e mantenga una forma a mandorla,” ha scritto l’ ASPS nel 2010. “Un afro-americano può decidere di ridurre la dimensione del naso per raggiungere un equilibrio armonico con le altre caratteristiche del viso, ma non è alla ricerca di un naso che sia più europeo”.
Secondo Bernice Schrank, autore del saggio accademico “Tagliare il naso per far dispetto alla propria razza”, molti attori e attrici si sottopongono alla rinoplastica e correggono il loro naso per “passare” come un membro della razza dominante e poter così interpretare anche ruoli non-etnici. L’autore cita l’attrice Sarah Jessica Parker che ha modificato il suo aspetto e ciò è stato parte della ragione del suo successo nel ruolo della newyorkese non-etnica Carrie Bradshaw nella serie televisiva “Sex and the City.”
La star Lea Michele ha dichiarato di avere resistito alla tentazione di rimpicciolire il naso, nonostante le pressioni di Hollywood. “Quanti manager mi hanno detto: “Fai la rinoplastica. Non sei abbastanza carina”, ha riferito all’ Harper Bazaar. “Ma ho dimostrato loro che si sbagliavano.”
Mentre non sembra esserci fine alle celebrità che fanno la rinoplastica, la tendenza potrebbe essere in calo per le ragazze ebree. “Ciò è dovuto ad un maggiore orgoglio etnico ed al calo del desiderio di non sembrare ebraici” ha dichiarato Melvin Konner della Emory University e medico antropologo. “Che è il motivo per cui è stata inventata la rinoplastica.”