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Rischi e complicanze della rinoplastica

Brevi cenni all'intervento di rinoplastica chiusa

Con il termine di “rinoplastica chiusa” si intende la tecnica chirurgica, o meglio l’insieme di tecniche chirurgiche, caratterizzate dal fatto che l’accesso alle strutture nasali avviene mediante incisioni praticate all’interno del vestibolo nasale, senza quindi alcuna cicatrice esterna visibile. Di conseguenza tutte le manovre che riguardano le strutture ossee e cartilaginee che compongono la piramide e la punta nasale vengono eseguite a cielo coperto, quindi non sotto visione diretta, come invece accade nella rinoplastica aperta, la cosiddetta “rinoplastica open” Il vantaggio di questo approccio chirurgico è la ridotta invasività, il che significa incisioni (e quindi cicatrici) meno estese, un ridotto trauma operatorio e tempi di recupero mediamente più rapidi. Oltretutto, incisioni meno estese significano minor rischio di deformazioni causate da processi anomali di cicatrizzazione, che nella rinoplastica chiusa sono meno estese. Lo svantaggio, o meglio il contraltare, se così lo vogliamo chiamare, è costituito dalla necessità di operare con il solo ausilio della propria esperienza e sensibilità manuale, servendosi degli strumenti come vere e proprie “estensioni” delle proprie dita, con la massima sensibilità concentrata in esse.


Rinoplastica rischi e complicazioni

La rinoplastica moderna, benché i pazienti spesso siano a priori convinti del contrario, costituisce un intervento con ridotti rischi di complicazioni, assolutamente non doloroso e gestibile senza intoppi, ma solo con un minimo di attenzione e buon senso da parte del paziente. Innanzitutto i tempi operatori. Essi sono mediamente brevi, fra un’ora e le due ore e mezza, nei casi più complicati. Questo permette il ricovero e la dimissione in regime di day hospital, anche se l’intervento si esegue in anestesia generale, sempreché per ragioni logistiche o personali i pazienti preferiscano pernottare in clinica la notte, eventualità sempre considerata nella programmazione del ricovero. Le ecchimosi periorbitarie, a volte anche molto estese, inevitabile corollario di qualunque trauma (e un intervento chirurgico nei fatti lo è) scompaiono nel giro di pochi giorni. Il tutore rigido, posto a protezione della piramide nasale, viene rimosso in decima giornata. La cerottazione successiva, applicata allo scopo di continuare a “guidare” la prima fase del processo di guarigione e cicatrizzazione dei tessuti, viene mantenuta per altri cinque/sette giorni. Possiamo quindi affermare che mediamente nell’arco di due settimane il volto del paziente tornerà ad essere libero. Per poter riprendere l’attività fisica intensa conviene attendere trenta giorni. L’assestamento dei tessuti procede come sempre per gradi. Passato il primo mese si può riprendere in ogni senso uno stile di vita normale. Piccoli fastidi, quali alterazioni della sensibilità, sono transitori. L’assestamento definitivo può richiedere molti mesi, minimo sei, ma questo fa parte della normale evolutività di una qualunque procedura operatoria. Il tutto avviene in maniera silente, senza quindi interferire minimamente con la qualità di vita dei pazienti. L’eventualità di una revisione dell’intervento per motivi prettamente estetici, o più raramente funzionali, non sono certo frequenti. Si tratta quindi di un intervento, la rinoplastica, ben tollerato, di rapida risoluzione e di notevole soddisfazione per coloro ai quali ad essa si sottopongono.